Associazione Ludica l'Altra Parte - Bergamo
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A casa dell'enigmista? 25.09

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Messaggio Da marco Mer Set 25, 2019 3:27 pm

L'ultima esplorazione ha lasciato tutti i membri della gilda piuttosto straniti.
La casa non conservava alcun libro, solo due simpatici cuccioli di drago e molte disavventure. Alla fine dell'ultima stanza dell'ultimo piano è stato trovato solo un indizio piuttosto fumoso. Possiamo definirlo come una X su una mappa.
Una X posta su di un luogo molto a nord della città in mezzo ad una immensa foresta solo parzialmente esplorata. Un luogo che sulle mappe non è riportato e dove non dovrebbe esserci altro che vegetazione e piante.
Proprio ultimamente sono giunte strane voci da quei luoghi. Si parla di un morbo tremendo che uccide i contadini nei villaggi limitrofi e chiunque si avventuri in quelle strade. Voci incontrollate di interi villaggi sterminati da un pianto rosso hanno reso la zona quantomeno poco allettante per mercanti e viandanti.
Recentemente un battaglione di soldati in scorta a dei cerusici è stato mandato ad indagare. Ad oggi nessuna notizia è ancora giunta.
Forse le due cose sono collegate, forse no.
Nonostante tutto la gilda ha deciso di inviare alcuni membri in esplorazione nella speranza di fare finalmente luce sull'enigmista.
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A casa dell'enigmista? 25.09 Empty Re: A casa dell'enigmista? 25.09

Messaggio Da marco Gio Set 26, 2019 9:27 am

I nostri tre prodi avventurieri partirono la mattina di buon ora diretti a nord verso la Foresta bruna, come indicato dall'unico indizio trovato. Prevedendo di star via almeno una settimana comprarono un mulo e molte risorse per il viaggio. La strada da percorrere era ampia e sicura poichè era una della principali arterie commerciali della regione. Durante il viaggio incontrarono molti mercanti e contadini che si dirigevano verso la città per portare le proprie mercanzie al mercato settimanale. Quasi casualmente decisero di fermarne uno per chiedere se avesse informazioni. Il contadino si chiamava Stuart e proveniva dalla città di Cippus Lippas. Era diretto al mercato con diversi sacchi di lana greggia ma era preoccupato. Da nord provenivano strane voci su di un morbo che stava uccidendo tutti. Lo chiamavano il pianto rosso. Stuart era preoccupato. Suo cugino Rudolph abitava nel villaggio più prossimo alla foresta e solitamente si recava assieme a lui al mercato ma questa volta non era arrivato. Tramite un corriere gli aveva recapitato un sacchetto di iuta chiuso con una ceralacca chiedendogli di farlo recapitare al cognato che si trovava in un villaggio ancora più a nord oltre la foresta. Tutto ciò era molto strano ma Stuart era solo un allevatore di pecore e non avrebbe mai potuto fare un viaggio così lungo e pericoloso. In cambio di tre velli e due monete d’argento i nostri si presero l’incarico di portare il sacchetto. Sul contenuto non vi era nessuna indicazione solo un ammonimento. Non aprirlo per nessun motivo.
I nostri proseguirono il viaggio verso nord ma si accorsero che mentre proseguivano incontravano sempre meno persone e quei pochi viandanti sembravano sospettosi ed impauriti. Nessuno si lasciava avvicinare. A metà giornata raggiunsero il villaggio di Stuart e provarono ad entrarci. Quando furono avvistati i pochi abitanti scapparono urlando allarmi e strane maledizioni. La parola più udibile era Untori. Capendo che non avrebbero ricavato alcuna informazione dai villici decisero di tornare sulla strada principale ed interrogare delle guardie di pattuglia. Dalle informazioni ricavate scoprirono che la strada al limitare della foresta era bloccata da alcuni dei soldati del battaglione inviato a studiare il morbo. Nessuno poteva entrare nel paese di Rudolph o proseguire oltre. I nostri decisero comunque di proseguire su una strada oramai deserta arrivando all’imbrunire nei pressi del villaggio. Da lontano poterono vedere che il villaggio stava bruciando e un odore acre si diffondeva ovunque. Decisero di nascondendosi in un campo per potersi avvicinare senza essere notati dalle guardie. Mentre camminavano la caviglia di Bolg venne saldamente afferrata da una mano. A terra una donna agonizzante cominciò a parlare. Il viso della donna era emaciato e ricoperto di sudore. Sotto gli occhi e il naso si poteva vedere del sangue raggrumato e mentre parlava spesso veniva interrotta da violenti colpi di tosse e sangue. La donna disse poche parole. “Vi prego…salvate la mia bambina, lei è ancora nel villaggio, nella casa di Rudolph. Si chiama Cecilia. Salvatela e a me concedete la pace.” Mosso a pietà Bolg concesse una morte pietosa alla donna. Colpendola con gran sorpresa di tutti vi furono diversi schizzi di sangue che colpirono tutti gli avventurieri. I nostri eroi riuscirono ad avvicinarsi al villaggio non visti e si fermarono sul limitare del campo per osservare. La scena era orribile. Una decina di soldati correvano per il villaggio alcuni incendiando le case altri inseguendo i pochi villici ancora in vita e uccidendoli. Sia i villici che i soldati presentavano tutti gli stessi sintomi. Da ogni orifizio del corpo, specialmente dagli occhi, grondava sangue. Ogni tanto un soldato o un villico stramazzava a terra da solo vomitando sangue. I soldati prendevano tutti i corpi e li ammucchiavano in un enorme pira alta quasi cinque metri piena di cadaveri di ogni tipo. Mentre osservavano videro una testolina bionda osservarli da dietro una finestra di una casa vicina. In due andarono a recuperarla. All’interno della casa vi era una bambina di 7/8 anni e un uomo che a terra stava soffocando nel suo stesso sangue. La bambina si avvicinò all’uomo e una blanda aurea bianca circondò il moribondo che, incredibilmente, riacquistò colore e riuscì anche a mettersi seduto. Guardò i nuovi arrivati e disperatamente si rivolse a loro: Vi prego salvate Cecilia, lei può salvare tutti noi, per me è troppo tardi oramai, vi scongiuro.
I nostri decisero di portare entrambi fuori dal villaggio. Rudolph appena si staccò dalla bambina divenne subito cinereo e vomitò sangue sulla spalla del malcapitato eroe. Di nuovo fuori da villaggio Rudolph proferì le ultime parole prima di soccombere. Da quello che riuscirono a capire i nostri eroi era chiaro che per sconfiggere il pianto rosso era necessario portare Cecilia e la fiaschetta a nord oltre la foresta.
La notte venne trascorsa oltre il villaggio poco prima dell’inizio della immensa Foresta Bruna.
Era una notte di luna nuova, quindi molto buia, ma, soprattutto molto silenziosa, fatta eccezione per le ultime grida che provenivano dal villaggio un paio di miglia più a sud.
Quando oramai l’alba era prossima un gruppo di lupi attaccò i nostri eroi. Lo scontro non fu particolarmente complesso ma vi era qualcosa di strano. La mattina decisero di cercare un ruscello e togliersi di dosso tutto il sangue del giorno prima. Con sbigottimento generale il vicino ruscello era marcescente. L’acqua era nera e piena di larve e sanguisughe a causa delle decine di carcasse di animali morti che vi si trovavano dentro o attorno. Anche gli animali portavano il segno della malattia. Con sommo stupore di tutti Cecilia toccò l’acqua che si purificò istantaneamente tutto attorno a lei. Nel lavarsi i nostri eroi scoprirono che l’acqua non era solo tornata cristallina e limpida ma aveva anche capacità taumaturgiche.
Il chierico scoprì che Cecilia emanava un area divina immensa mentre i cadaveri dei lupi che li avevano attaccati avevano ancora una traccia diabolica in loro.
Era venuto il momento di affrontare la foresta e svelare qualche mistero.
Fecero solo pochi passi nella foresta e poi sentirono una voce dietro di loro “Buongiorno”.
Non si sa come il maggiordomo era comparso dietro di loro. Spiegò brevemente quello che sapeva.
Le terre della foresta bruna e tutto attorno ad esse erano una delle proprietà dell’Enigmista su questo piano. Un nemico aveva occupato la casa e diffuso il mordo per indebolire il rivale. I nostri eroi avrebbero dovuto non solo riconquistare la casa ma, soprattutto, avrebbero dovuto trovare una cura per il pianto rosso poiché anche loro erano malati. Nemmeno il maggiordomo aveva una cura, o forse semplicemente non voleva dargliela. L’unica cosa che fece fu di consegnare una pozione che avrebbe ritardato l’insorgere degli effetti della malattia di 3 giorni. Le previsioni erano che ai nostri eroi restavano si e no due settimane di vita.
Il maggiordomo non aveva solo brutte notizie. Grazie ai suoi poteri infatti riconsegnò lo spadone magico, rese il chierico molto più potente e fece apparire i due cuccioli di drago di bronzo per accompagnarli.
Ora tre eroi, una bambina, un mulo e due cuccioli di drago erano pronti ad entrare nella Foresta Bruna.
Saranno soli o altri li aiuteranno?
marco
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